Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Inni da cambiare.

Post n°3676 pubblicato il 27 Giugno 2025 da fedechiara
 

Siam pronti alla morte. (Ma andate avanti voi...)
Mi ha provocato un moto di tenerezza, uscire stamattina e assistere all'alzabandiera dei ragazzetti/e della vicina colonia alpina. Tutti sull'attenti in posa militaresca e sguardo fiero, tipo 'film di Pupi Avati' - e il vetusto inno patriottico che snocciolava le sue improbabili proposizioni che: '...siam pronti alla morte'. ('Ma fate davvero?', chioserebbe una mia amica.) E quell'altra al seguito che: 'l'Italia chiamò'. Si?
Chiama l'Italia di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta (non donna di province, ma bordello)? Ma non ce l'avevamo di riserva un inno meno rusticano e di vecchissimo patriottismo obsoleto che solo la guerra di Ucraina ha risvegliato da un lungo sonno - una guerra combattuta per procura della NATO (residuato bellico) e con l'avvertenza tutta italiana de: 'Andate avanti voi, che a noi ci vien da piangere.'
E guardavo in viso quei ragazzetti/e e la loro serietà imposta era davvero imbarazzante e mi venivano in mente i pensieri della post modernità che si è creduta, fino a quattro mesi fa, indenne e salva da guerre e massacri, almeno in terra europea. C'è perfino un libro, di un noto scrittore/professore, 'The Game', in cui si afferma(va) che mai più si avrà in Occidente la postura bellica: 'Spada, corazza, cavallo.', perché sarà definitivamente sostituita da quella: 'sedia, tastiera, computer' delle auspicate 'magnifiche sorti e progressive' dei nostri prossimi viaggi spaziali.
E forse è proprio questo lo scandalo che ci ha fatto strappare i capelli in testa e gridare come ossessi (non tutti, per fortuna, e forse nemmeno una maggioranza di italiani): 'Io sto con l'Ucraina.' La terra europea che si è creduta indenne da guerre per il suo essersi (malamente) federata - ed essersi lasciata alle spalle i nazionalismi assassini e bellicosi (sic).
E abbiamo assunto d'emblè, e senza un briciolo di grano salis, le funeste e stupide decisioni relative alle sanzioni-boomerang - che ci impoveriscono e ci incanagliscono politicamente, senza peraltro trovare sponda in un partito che dica in chiaro in pubblico parlamento: 'No alla Nato' e 'no' alle vetuste e punitive 'scelte atlantiche' del Draghi e di quell'altro figlio dell'emergenza politica: il convertito sulla via della Farnesina, lo scissionista dello zero virgola, il parvenu che fra mesi sei si toglierà di torno e sostituirà Carneade nel noto interrogativo di don Abbondio mentre leggeva il Breviario.
Ma davvero quei ragazzetti/e avevano contezza di quello che significa 'dare la vita per la patria' o si applicava un protocollo vetusto, uno 'strano arnese' a discrezione degli istruttori, di chissà che fede ed obbedienza politica, che, a loro volta, non sanno bene che significhi 'dare la vita per la patria' (nel senso ungarettiano de: 'Si sta/ come d'autunno / sugli alberi / le foglie.), in un tempo in cui l'idea di patria è andata sciogliendosi nel melting pot universale degli arrembaggi con i barconi e le frontiere colabrodo?
Vabbè, mi son detto accelerando il passo al ritmo del 'porompompom' patriottico, forse lo fanno per via delle medaglie in gran copia che ha vinto l'Italia, (intesa come astratto e convenuto confine 'dalle Alpi alla Sicilia') in quel di Budapest.
Un puro refrain di strano orgoglio di popolo privo di senso reale che si accompagna alle cerimonie della premiazione.
Magari se sostituissimo il: '...siam pronti alla morte' con: '...siam pronti sul podio' suonerebbe meglio, isn't it?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone, monumento e attività all'aperto
Tutte le reazio

 
 
 

Si vis pacem...

Post n°3675 pubblicato il 27 Giugno 2025 da fedechiara
 

Del 'preparare la pace' (Si vis pacem...).
Dunque dobbiamo prepararci alla guerra. 'Ma perché vogliamo la pace.', dicono subito i meloniani a difesa della loro premier che citava i Latini (ma erano i Greci, secondo Marco Travaglio).
E, a ben vedere, nell'astratto della considerazione in questione, essere pronti a rintuzzare gli attacchi di un qualunque nemico sembra cosa saggia, Ghandi a parte che fece la sua rivoluzione democratica a botte di digiuni e di non violenza (la cosa non fa per Trump, lui loda il metodo-Hiroshima secondo la sperimentata tradizione degli Stranamore Americani).
E qui il problema è l'identificazione del nemico. Atene e Sparta lo furono per lungo tempo, ma più Atene e la sua 'democrazia imperialistica' che un po' ricorda la Nato, mutatis mutandi.
Di quale nemico stiamo parlando oggi? La Russia? Quale Russia?
Quella di Gorbaciov e di Eltsin, lingua in bocca con l'Occidente trionfante e il capitalismo selvaggio importato disordinatamente nell'ex Urss in pieno marasma politico o quella prima della presente guerra 'di Ucraina' a guida Putin? Una guerra fortemente voluta e cercata con pervicacia degna di miglior causa dall'Occidente ribaldo e dalla Nato a guida americana che mandava segretamente i suoi consiglieri ad istruire gli Ucraini e prepararli alla 'guerra per procura'.
La Nato e l'Occidente, ostinatamente e in barba al loro pretendersi 'alleanza difensiva', hanno cinto l'assedio politico e militare intorno al presunto nemico fino ad indurlo alla reazione finale di una guerra aperta contro i nazistoni Azov – ben foraggiati dall'America di Biden - dopo ben otto anni di guerra civile contro i russofoni del Donbass e i 15000 morti passati sotto silenzio dalle democrazie europee.
L'apparato militar-industriale d'Oltre-atlantico ha fatto le sue prove sanguinose in Ucraina e vi ha spedito tonnellate di armamenti, complici i servi sciocchi della UE, ed oggi il nuovo presidente pretende e ottiene che i suoi laudatores stanzino il 5 per cento del pil per rimpinguare gli arsenali.
Si vis pacem para bellum? O lo stoccare missili e bombe per ogni dove in Europa e nelle basi Nato significa farle esplodere tutte insieme - una volta che l'intelligence nemica ha individuato i siti di stoccaggio (come ha fatto Israele in Iran nei giorni scorsi)?
Per una volta mi vedo d'accordo (mia sofferenza estrema) con la Elly Schlein, del pd, che rovescia opportunamente l'assunto e propone un suo utopico 'se vuoi la pace prepara la pace'.
Smettiamo la perversa e stupida logica del nemico e apriamo tavoli di trattativa per ascoltare le sue ragioni, le ragioni del preteso nemico. Cerchiamo, pervicacemente e senza pistole cariche sul tavolo, di mediare i patti futuri di 'non intervento' e di rispetto delle sfere di influenza dovute intorno alle superpotenze planetarie.
Pensate che cosa farebbe l'America se intorno a sé avesse una cintura di stati aderenti ad una ipotetica Nato filo russa che apre le sue basi militari e punta i missili a ridosso dei suoi confini.
La crisi dei missili a Cuba non ha insegnato niente ai folli Stranamore d'Oltre-atlantico?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 9 persone e il seguente testo

 
 
 

I 'mores' e i 'tempora' del ddl Zan.

Post n°3674 pubblicato il 26 Giugno 2025 da fedechiara
 

24 giugno 2021

Sono un vecchio laico che, per oltre cinquant'anni ha contrastato aspramente il tentativo dei 'preti' e dei loro maggiori di intromettersi e condizionare pesantemente il dibattere civile di un paese che, per la pesantezza del passo della Storia patria, si trova in casa, in difficilissima convivenza, gli ex fautori di un Papato contrapposto all'Impero e ne ha patteggiato e concordato le residue competenze e le spettanze dopo il vulnus fatale della 'breccia di porta Pia'.
Ed ho tremato per le sorti della povera cerbiatta impaurita e insieme attratta dal giovane monaco Adso da Melk con cui consuma un disperato e furtivo amplesso nel bel film 'In nome della Rosa' e, come molti, ho esultato, nel finale, nel vedere il monastero avvolto dal fuoco purificatore e i monaci maggiori e il maledetto Inquisitore in rovinosa fuga inseguito dal popolo infuriato (all'epoca ben poco 'sovrano').
E mai avrei pensato di ritrovarmi, oggi, a dover misurare le parole e temperare i pensieri e faticosamente aggiornarli posto di fronte a un disgraziato decreto legge (ddl Zan) che sancisce la fine rovinosa di un Pensiero Unico Dominante – quello della Dottrina di santa Madre Chiesa – ma ne impone, di converso, un altro.
Un pensiero arcobaleno, lo dicono (e lo vorrebbero 'illuminante' perfino gli stadi degli 'europei' e sanzionante pesantemente i reprobi dissidenti).
Il Pensiero Unico Globalista dell'amore tra esseri umani vissuto e consumato 'come più ci piace' e in tutte le varianti e le salse della moderna Sodoma che ha eletto il libero peccare e 'amare' a proiezione felice del suo terzo millennio delle 'magnifiche sorti e progressive'.
E, davvero, 'non so più a che santo votarmi' e a chi dare ragione, in questo frangente confuso del nostro dibattere civile. Se agli stolti s-governanti che quel decreto censorio e sanzionatorio hanno male scritto e arrogantemente votato e oggi pretendono che il parlamento lo voti nella sua versione finale inemendabile – rivendicando la piena sovranità di uno stato laico (sic).
O ai pretoni d'antan che invocano il Concordato per poter consentire ai loro adepti e ai fedeli di vecchio conio di esprimersi secondo l'Antico Verbo sconfitto – e converrete con me la pena e le ambasce per quei confessori che, in confessionale, temono di venire registrati dai post moderni peccatori mentre li assolvono da un peccato che guai a dirlo 'peccato' - e, se ti ostini a considerarlo come tale e affermarlo pubblicamente ecco levarsi il Giudizio Parziale (contrapposto all'Universale) di un giudice laico che ti sanziona a norma di legge del ddl Zan.
E sarà ancora consentito, poi, esprimere un parere difforme sulle oscenità viste spesso in tivù e lette sui giornali e le licenze delle 'parades' dell'orgoglio gay o dovremo scontare un tot di anni in carcere, se citati in giudizio dalle potenti 'lobbies gay'?
O tempora! O mores!
ILGIORNALE.IT
"Non ci sono i numeri, così non passa". Il ddl Zan rischia di essere affossato

 
 
 

Lune di miele e cornucopie immaginarie.

Post n°3673 pubblicato il 26 Giugno 2025 da fedechiara
 

Lune di miele, cornucopie e comune senso del pudore. 26/06/2021
Buongiorno! Sono trascorsi i cento giorni della luna di miele che, convenzionalmente, si concedono ai nuovi governanti? No, perché, tutto quest'asso pigliatutto che si pretendeva fosse il Draghi - che ci regalava il prestigio dell'essere stato governatore della banca europea e avrebbe convinto l'Europa a fare le cose che gli ultimi venti presidenti del consiglio in carica non erano riusciti a fare – io davvero non lo vedo e nei vertici e nei 'meetings' con gli altri partners europei mi pare non abbia cavato un ragno dal buco, alla pari con i suoi predecessori. E i soldini del 'Recovery' ancora non sono in saccoccia e i migranti arrembanti a migliaia sulle nostre coste ce li dobbiamo tenere e mantenere – tutto secondo pluri decennale copione italico e avvilente commedia europea degli equivoci.
E tuona, il Draghi, in rumorosa compagnia europea a proposito della legge approvata dal parlamento ungherese che si pretende negatrice di diritti (quali?) ed è, invece, legge di tutela di una buona educazione nelle scuole quale condividevamo anche noi prima che il petulante verbo lgbt alzasse i suoi lai al cielo imponendosi quale vangelo del terzo millennio e sanzionante ddl Zan.
E mi chiedo in nome di quali leggi e quali valori sono state emesse le sentenze passate in giudicato che invocavano la lesione del 'comune senso del pudore' (c'è ancora? Ed è ancora 'comune'?) e quale altro e diverso senso del pudore si stabilirà nel futuro prossimo condiviso e che ci tenga la mano nell'impervio cammino del secolo nuovo fitto di banchi di nebbia in cui stiamo avanzando a tentoni.
E, per tornare al buon Draghi e agli effetti speciali che ci doveva mostrare – un generalissimo che ha radunato le truppe parlamentari di destra e sinistra in una unica testuggine di s-governo rissoso e unito solo dalle aspettative del 'Recovery fund' – ora che la luna di miele è finita non sarebbe male che ci mostrasse i frutti della cornucopia politica che aveva in mente Mattarella nei giorni in cui ci negò il ricorso alle urne dicendoci che non si poteva votare causa pandemia.
Ma le amministrative sono alle porte a dimostrazione che si poteva fare, invece, e quella sua tesi aveva le gambe corte.
Nessuna descrizione della foto disponibile.
Tutte le re

 
 
 

Bomba o non bomba.

Post n°3672 pubblicato il 24 Giugno 2025 da fedechiara
 

Ma bomba o non bomba noi le ferie ce le faremo, (cascasse il mondo).
Non ci sono più le belle guerre di una volta, signora mia, quelle dei lunghi inverni in trincea e delle offensive e vane controffensive che non spostavano di un metro le linee del fronte super corazzate.
E se solo ieri tremavamo per l'esito della presente guerra dei missili e dei droni con poche decine di morti di qua e di là del confine - e seguivamo i tiggi timorosi che ci arrivasse la notizia ferale di una bombetta tattica nucleare sfuggita al censimento delle intelligences e fiorita inopinatamente sopra Tel Aviv col suo elegante ombrello di polveri radioattive in rapida ricaduta ecco, invece, il Jocker americano che ci annuncia da Washington che:
'Abbiamo scherzato. Ci siamo limitati a perforare i bunker atomici dell'Iran con un colpo da manuale, abbiamo ricevuto, più tardi, la telefonata di uno dei loro (gli ayatollah) che annunciava una risposta di maniera sulla nostra base militare in Oman e da domani torna la pace nella regione e israeliani ed iraniani si ameranno come fratelli – scusateli, so' regazzini un po' monelli, ma li so tenere a bada.'
Allarme cessato, ragazzi, si torna a bomba. Ooops! Non quel genere di bombe. Quelle vere ce le riserviamo per i tempi cupi prossimi futuri e le stiviamo nei magazzini Nato del 5 per cento del pil obbligatorio, ma confidiamo che tornerà la pace e il burro abbonderà.
L'umanità è destinata a magnifiche sorti e progressive, si sa, a parte qualche episodico fraintendimento e qualche bombetta trasvolante qua e là nei cieli limpidi ed azzurri.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante montagna e le Tre Cime di Lavaredo

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