Nebbie e dintorni

Si vis pacem...


Del 'preparare la pace' (Si vis pacem...).Dunque dobbiamo prepararci alla guerra. 'Ma perché vogliamo la pace.', dicono subito i meloniani a difesa della loro premier che citava i Latini (ma erano i Greci, secondo Marco Travaglio).E, a ben vedere, nell'astratto della considerazione in questione, essere pronti a rintuzzare gli attacchi di un qualunque nemico sembra cosa saggia, Ghandi a parte che fece la sua rivoluzione democratica a botte di digiuni e di non violenza (la cosa non fa per Trump, lui loda il metodo-Hiroshima secondo la sperimentata tradizione degli Stranamore Americani).E qui il problema è l'identificazione del nemico. Atene e Sparta lo furono per lungo tempo, ma più Atene e la sua 'democrazia imperialistica' che un po' ricorda la Nato, mutatis mutandi. Di quale nemico stiamo parlando oggi? La Russia? Quale Russia? Quella di Gorbaciov e di Eltsin, lingua in bocca con l'Occidente trionfante e il capitalismo selvaggio importato disordinatamente nell'ex Urss in pieno marasma politico o quella prima della presente guerra 'di Ucraina' a guida Putin? Una guerra fortemente voluta e cercata con pervicacia degna di miglior causa dall'Occidente ribaldo e dalla Nato a guida americana che mandava segretamente i suoi consiglieri ad istruire gli Ucraini e prepararli alla 'guerra per procura'. La Nato e l'Occidente, ostinatamente e in barba al loro pretendersi 'alleanza difensiva', hanno cinto l'assedio politico e militare intorno al presunto nemico fino ad indurlo alla reazione finale di una guerra aperta contro i nazistoni Azov – ben foraggiati dall'America di Biden - dopo ben otto anni di guerra civile contro i russofoni del Donbass e i 15000 morti passati sotto silenzio dalle democrazie europee.L'apparato militar-industriale d'Oltre-atlantico ha fatto le sue prove sanguinose in Ucraina e vi ha spedito tonnellate di armamenti, complici i servi sciocchi della UE, ed oggi il nuovo presidente pretende e ottiene che i suoi laudatores stanzino il 5 per cento del pil per rimpinguare gli arsenali.Si vis pacem para bellum? O lo stoccare missili e bombe per ogni dove in Europa e nelle basi Nato significa farle esplodere tutte insieme - una volta che l'intelligence nemica ha individuato i siti di stoccaggio (come ha fatto Israele in Iran nei giorni scorsi)?Per una volta mi vedo d'accordo (mia sofferenza estrema) con la Elly Schlein, del pd, che rovescia opportunamente l'assunto e propone un suo utopico 'se vuoi la pace prepara la pace'.Smettiamo la perversa e stupida logica del nemico e apriamo tavoli di trattativa per ascoltare le sue ragioni, le ragioni del preteso nemico. Cerchiamo, pervicacemente e senza pistole cariche sul tavolo, di mediare i patti futuri di 'non intervento' e di rispetto delle sfere di influenza dovute intorno alle superpotenze planetarie.Pensate che cosa farebbe l'America se intorno a sé avesse una cintura di stati aderenti ad una ipotetica Nato filo russa che apre le sue basi militari e punta i missili a ridosso dei suoi confini.La crisi dei missili a Cuba non ha insegnato niente ai folli Stranamore d'Oltre-atlantico?
OSZAR »